{"id":1371,"date":"2020-10-23T15:20:44","date_gmt":"2020-10-23T15:20:44","guid":{"rendered":"https:\/\/artecha.com\/?p=1371"},"modified":"2020-10-23T15:21:19","modified_gmt":"2020-10-23T15:21:19","slug":"the-five-most-dangerous-cybersecurity-threats-for-businesses-during-covid","status":"publish","type":"post","link":"https:\/\/artecha.com\/it\/the-five-most-dangerous-cybersecurity-threats-for-businesses-during-covid\/","title":{"rendered":"Le 5 minaccie di Cyber Security pi\u00f9 pericolose per le aziende durante il COVID"},"content":{"rendered":"\n

Gli esperti di Libraesva, societ\u00e0 italiana leader nello sviluppo e nella fornitura di soluzioni avanzate di email security, aveva individuato il primo attacco su larga scala. Una campagna di email phishing con all’interno un link che millantava approfondimenti sul Coronavirus, ma portava a una pagina di phising.\u00c8 stata poi la volta di Check Point Research, che tramite il Global Threat Index di gennaio 2020 ha avvisato che il coronavirus era gi\u00e0 diventato un veicolo per la diffusione di malware, e in particolare del temuto Emotet. SophosLabs ha evidenziato un massiccio attacco di spam la scorsa settimana, che diffondeva il malware Trickbot, che sottrae dati sensibili e password.
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Il Ministero dell’Interno ha inoltre lanciato l’allarme su una email con allegato un file Excel compresso che scaricava sul computer dei malcapitati il malware RAT chiamato \u201cPallax\u201d. Consentiva agli hacker di assumere il controllo del dispositivo.
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Le precauzioni da prendere per non cadere in trappola sono le stesse in tutti i casi.<\/strong>
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Se l’oggetto del messaggio tocca un problema che interessa molto o che preoccupa l’opinione pubblica, l\u2019allerta dev’essere massima. I criminali informatici sanno che la componente emotiva aumenta la riuscita di un\u2019operazione criminale.
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Mittente: <\/strong>Mai dare per scontato che il mittente sia veritiero. Nel campo “da” delle email si pu\u00f2 inserire qualunque nome in modo arbitrario.<\/p>\n\n\n\n

Errori: <\/strong>Le email di spam sono spesso disseminate di errori grammaticali o ortografici. \u00c8 un particolare da ricercare con attenzione ed \u00e8 un segnale inequivocabile di truffa. Lo stesso vale per i loghi sfuocati o con qualche minima differenza rispetto all’originale.<\/p>\n\n\n\n

Link:<\/strong> Non bisogna cliccare sui link contenuti nelle email. Se l’argomento in oggetto interessa davvero, meglio condurre ricerche in autonomia, senza cliccare alcunch\u00e9 dalla email. Spesso vengono usati URL sosia<\/em>, ossia indirizzi web che assomigliano all’originale, tranne che per una lettera in pi\u00f9 o in meno.<\/p>\n\n\n\n

Dati personali: <\/strong>Mai inserire dati personali, soprattutto le password, in un sito. In generale, non \u00e8 una mossa da fare, a meno che non ci sia collegati a una pagina di login ben nota.<\/p>\n\n\n\n

Chi si \u00e8 reso conto di aver inserito le credenziali in un sito non sicuro, si affretti a modificare tempestivamente la password, prima che i truffatori possano usarla
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Fake news<\/strong><\/p>\n\n\n\n

Quanto detto sopra vale ancora di pi\u00f9 quando le informazioni arrivano via social. In concomitanza con l’epidemia di COVID-19 si \u00e8 registrato un proliferare di fake news tramite WhatsApp. Complice il fatto che una notizia condivisa di gruppo in gruppo diventa virale in poche ore, il social network \u00e8 diventato un veicolo di infezione digitale. Oltre che di notizie del tutto inattendibili.Nel migliore dei casi, i messaggi falsi generano apprensione e panico del tutto ingiustificati, in un momento in cui mantenere la calma \u00e8 imperativo. 
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Le uniche informazioni attendibili sono quelle pubblicate sui siti istituzionali. Quando un proprio contatto o un gruppo diffondono un’informazione, \u00e8 quindi buona regola verificarla prima di darla per vera. In caso non lo sia, o che non sia possibile verificarla, \u00e8 bene fare appello al proprio senso civico ed evitare di “farla girare”.
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Smart Working<\/strong><\/p>\n\n\n\n

Un’altra potenziale fonte di guadagno per i cyber criminali \u00e8 lo Smart Working. Il COVID-19 ha fatto scoprire a molte aziende italiane che i dipendenti possono lavorare da casa. Quelle che applicavano gi\u00e0 politiche di smart working le hanno estese a tutta la settimana lavorativa, fino a data da destinarsi. \u00c8 un’opportunit\u00e0, ma \u00e8 anche un rischio.
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In mancanza degli strumenti adatti, si possono presentare problemi relativi alla cyber sicurezza. Ecco che cosa dovrebbero fare le aziende per abbassare il rischio di cyber attacchi.<\/em><\/strong>
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