Le app di più successo nella circular economy e nel clean tech

Economia circolare, che cos’è

La circular economy è un termine generico per definire un’economia pensata per potersi rigenerare da sola. In un’economia circolare i flussi di materiali sono di due tipi: quelli biologici, in grado di essere reintegrati nella biosfera, e quelli tecnici, destinati ad essere rivalorizzati senza entrare nella biosfera”. In pratica è un’economia a rifiuti zero, dove qualsiasi prodotto viene consumato e smaltito senza lasciar traccia.

Le energie rinnovabili hanno molta importanza come la modularità e la versatilità degli oggetti, che possono e devono essere utilizzati in vari contesti per poter durare il più a lungo possibile.

L’economia circolare presuppone un modo di pensare sistemico, che non si esaurisce nella progettazione di prodotti destinati a un unico scopo. È un’economia che non solo protegge l’ambiente e permette di risparmiare sui costi di produzione e di gestione, ma produce anche degli utili.

La circular economy prevede lo sviluppo di una vera e propria economia da contrapporre a quella lineare che va dalla produzione di un prodotto al suo diventare rifiuto.

Cradle to cradle. Questa teoria elimina il concetto di rifiuto, perché “rifiuto è nutrimento”; si basa esclusivamente sull’energia rinnovabile e rispetta l’uomo e l’ambiente, andando a preservare la salute degli ecosistemi e l’impatto sui luoghi.

• Performance economy. Walter Stahel aggiunse alla teoria C2C l’approccio a “circuito chiuso” del processo produttivo che comprende quattro obiettivi principali: estendere il ciclo di vita dei prodotti, realizzare beni di valore duraturi, fare attività di rinnovamento dei prodotti ed evitare gli sprechi.

• Biomimicry (imitazione della vita), ossia lo studio delle migliori idee della natura e l’imitazione di disegni e processi per risolvere i problemi degli esseri umani. Tre i princìpi più importanti: studiare ed emulare la natura; usare uno standard ecologico per giudicare la sostenibilità delle nostre innovazioni; valutare la natura non per capire cosa ricavarne ma cosa possiamo apprendere da essa.

• Industrial ecology. L’industrial ecology, considerata anche la scienza della sostenibilità, è lo studio della materia e dei flussi di energia attraverso i sistemi industriali. 

• Capitalismo naturale, che si riferisce a tutta la gamma degli asset naturali, compresi la terra, l’aria, l’acqua e tutte le cose viventi. Si basa su quattro pilastri: incrementare radicalmente la produttività delle risorse naturali; dotarsi di modelli e materiali di produzione ispirati alla biologia; un modello di business volto a garantire una sequenza di servizi; reinvestire sul capitale naturale.

• Blue economy. Ovvero “usare le risorse disponibili in un sistema a cascata, dove il rifiuto di un prodotto diventa l’input per produrre una nuova cascata”.

• Regenerative design, che è diventato la cornice della circular economy.

Cleantech – 

Il mondo, senza confini definiti, della clean technology (cleantech) comprende tutte le tecnologie che servono a ‘farlo pulito’ ossia a limitare (o addirittura ove possibile a eliminare) l’impatto ambientale di un determinato processo produttivo.

A oggi l’uso di tecnologie pulite include pratiche come il riciclo di rifiuti, l’uso di fonti di energia rinnovabili (eolica, solare ecc), la razionalizzazione dei trasporti e delle fonti di illuminazione, la riduzione dei volumi di packaging e, in senso più ampio, tutte le scelte ambientali che mirano a ridurre drasticamente l’uso delle risorse naturali, e tagliare o eliminare le emissioni e rifiuti.

Economia Circolare e sostenibilità in pochi anni sono diventati protagonisti assoluti della industria Tech sia in ambito B2C che B2B. In basso alcuni esempi dei progetti più interessanti a riguardo:

– Agricolus: piattaforma italiana che opera nel settore del precision farming, offrendo diverse applicazioni in cloud ad agricoltori e agronomi, grazie alle quali questi professionisti potranno seguire il processo di produzione a 360° e prendere decisioni data-driven, riducendo i costi, migliorando e garantendo una maggiore qualità del prodotto agricolo, in un’ottica di sostenibilità.

Junker: applicazione Mobile per smartphone che aiuta i cittadini a differenziare in maniera corretta e rapida i rifiuti domestici, contribuendo a ridurre la frazione di raccolta indifferenziata. È stata inserita nel libro bianco delle buone pratiche di economia circolare del Parlamento europeo.

– FruitsApp: rmarketplace B2B mondiale per la compravendita di frutta e verdura. La piattaforma offre diversi strumenti per aiutare le parti a concludere affari: chat, sistemi di contrattazione, profilazione. E’ stata accelerata dal Startupbootcamp Foodtech Accelerator

Timealy, questa applicazione permette che l’invenduto giornaliero di cibo fresco sia offerto a un prezzo irrisorio a residenti e pendolari. Al momento la piattaforma e’ in fase di lancio su Londra.

La tecnologia ha un forte potenziale anche per lo sviluppo dell’economia circolare tra le aziende nel B2B. Ne è un esempio il robot Liam, che con i suoi 29 bracci riesce a smontare un iPhone scartato in 11 secondi, recuperando buona parte dei materiali riutilizzabili di cui è composto, evitando così enormi sprechi di valore. Ma anche la piattaforma Loop Rocks creata dall’azienda di costruzioni NCC, attraverso la quale sono messi a disposizione materiali edili secondari a basso costo tra cantieri, riducendo così costi di smaltimento, sprechi e costi per le aziende acquirenti.

Share Post